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la zecca di bologna - documenti | 553 |
Per uniformare li predetti metodi differenti di scritturazione a un solo- per tutto lo Stato Ecclesiastico, si crede proprio, che chi fa a quatt.ni cinque per bajocco annuisca a fare quattrini sei per il motivo spezialmente, che li quattrini levati da dove corrono a sei per bajocco, non avessero per l’avidità del lucro di un venti per Cento a trasportarsi ove corrono a cinque per bajocco, e così chi fa a denari dodici dovranno fare a quattrini sei, benché non dissestarebbe anche il lasciare li denari, perchè non ostante, che il solo denaro, o sia mezzo quattrino non si possa ne riscuotere, ne pagare, nulladimeno molte somme, che in se comprendono li mezzi quattrini, o siano denari uniti insieme, formano il quattrino, il bajocco, ed anche qualche volta il Paolo. In tal guisa restarebbe alla sola Città di Bologna, e suo Territorio il formare la sua scrittura a scudi da Paoli dieci, che sono lire cinque, e conseguentemente li soldi, o siano bajocchi, che vengono calcolati in ragione di venti per lira calcolarli come tutto lo Stato in ragione di cento per scudo.
Se questo nuovo metodo in qualunque Provincia, o Città principale dello Stato Pontificio, sia una delle maggiori indagini, che possa darsi, si lascia il ponderarla seriamente agli Uomini periti, e pratici non tanto del Traffico, quanto della Scrittura. Basta solo il riflettere, che migliaia di migliaia, ed anche miglioni di libri dovranno sconvolgersi, e rinovarH, siano di Communità, di Monti, di Banchi, siano di Nobili scritture, o Mercantili, o Famigliari, e fino de più infimi Bottegari, come pure un infinità di Teste idiote saremmo in necessità di persuadere, che li Conti stanno bene come si dice, e forsi potrebbe divenire un commodo agli Accorti per ingannare gl’ignoranti. Che che ne sia, qualunque novità, o serve a imbarazzar molti, o ad ingannare che sia.
(Assunteria di Zecca. Piani e discipline monetarie).