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552 francesco malaguzzi

piccolo divario di peso, il che non suol molto considerarsi nelle monete minute, abbiano tutti, e da per tutto un egual corso, e si spendano indistintamente alla ragione di cinque a bajocco, ferma intanto rimanente la provvisione, che nessun altra Zecca, a riserva di questa di Roma, batta moneta. Se ne da pertanto avviso a V. E. affinchè prima, che si venga alla publicazione di un tal Ordine si degni di suggerire se l’esecuzione del med.mo possa cagionare in codesta Legazione alcun sconcerto considerabile, e col solito distintissimo ossequio le bacio umilissimamente le mani.

Di V. E.

Roma, 30 Aprile 1760.

Umil.mo Divit.mo Ser.i vero
L. Card. Torrigiani.


S.r Card. Legato di Bologna.

Avendo sin ora parlato delle monete in generale, tanto dello Stato Ecclesiastico, che de Stati, e Provincie estere, pare che convenga passare al modo di scritturare uniformamente per tutto lo Stato suddetto li traffichi qualunque.

Roma conta di dieci in dieci, e cioè dieci Paoli allo Scudo, dieci bajocchi al Paolo, e cinque quattrini, che equivalgono a denari dieci al bajocco per secondare l’uso antico di contare a decena, o sia a dita di due mani, che è la perfetta divisione decenaria; imperciocchè fa il suo Commercio, e Scritturazione a scudi da Paoli dieci a bajocchi in ragione di N. 100 per scudo, e quattrini in ragione di num. cinque per bajocco.

La legazione di Romagna contratta, e scrittura a scudi, a bajocchi in ragione di cento per ogni scudo e a q.ni in ragione di sei per ogni bajocco.

La Legazione di Ferrara contratta e scrittura a scudi, a bajocchi in ragione di cento per ogni scudo, e a denari in ragione di dodici per ogni bajocco, che equivagliono a quattrini sei. E finalmente la Legazione di Bologna contratta a Lire da Giulij due per lira, a soldi in ragione di venti per lira, e a denari in ragione di dodici per bajocco, che equivagliono a quattrini sei.