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48 | francesco gnecchi |
Interpellai qualche amico che mi aiutasse a trovarne una spiegazione e l’unica che venne trovata fu IMPERATOR DECIMVM SALVTATVS, interpretazione ingegnosa se si vuole, ma non altrettanto persuasiva, perchè non accennerebbe che a una data, lasciando ignoto l’imperatore a cui si riferiva. Mi venne allora il dubbio sull’esattezza grafica della riproduzione — bisogna sempre diffidare delle riproduzioni fatte a mano — e, pensando che probabilmente il disegnatore parigino l’avrà copiata, quantunque con qualche leggera variante, dalla tavola del Pinder invece che dall’originale, ne scrissi al collega Signor Mowat, il quale fu tanto cortese da mandarmi una fedele impronta dell’esemplare del Gabinetto di Parigi. — Appena la vidi non mi seppi spiegare dove mai i due disegnatori, o almeno il primo, avesse potuto vedervi quella X, e m’accorsi che si tratta sempre della medesima contromarca di Vespasiano. Vi lessi chiaramente IMP VES come nel mio esemplare; nè altrimenti mi pare che altri vi potrà leggere. Osservando poi attentamente il pezzo, ognuno potrà persuadersi come anche qui si tratti di un vecchio cistoforo contromarcato riconiato al tempo d’Adriano; nè è verosimile che sia altrimenti se si considera che le contromarche, almeno da quanto m’è noto, non vanno oltre il primo secolo; anzi su 92 pezzi contromarcati, che posseggo nella mia collezione, i più recenti sono di Nerone. I due fatti quindi si confermano a vicenda.
Peso gr. 8,500.
R/ — COS III. Diana a destra. Tiene l’arco colla sinistra e colla destra alzata è in atto di lanciare un dardo. Ai suoi piedi il cane.
(Tav. I, N. 6).
Il tipo è nuovo fra i medaglioni asiatici d’Adriano.
Peso gr. 10,700.
T/ — COS II (sic). Pallade galeata a destra. Tiene colla