Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
436 | carlo kunz |
Pria di rivolgermi ad altre cose, conviene io spenda poche righe intorno alle monete che i duchi di Mantova fecero battere in Casale, dopochè per sentenza dell’imperatore Carlo V il Monferrato fu aggiudicato a Margherita Paleologa, seconda moglie del duca Federico e nipote del marchese Gian Giorgio, nel quale si estinse la successione mascolina di questo casato.
La prima tutela della marchesana Margherita pel figlio Francesco non è rappresentata in questo museo da alcuna moneta, ma tre ve ne sono del tempo in cui ella resse lo Stato col secondo suo figlio Guglielmo: uno scudo d’oro alquanto differente da quello che pubblicò il meritatissimo signor R. Chalon nella Rivista Numismatica ch’egli con tanto sapere dirige (Tav. X, n. i); un terzo di scudo colle teste accollate di entrambi ed il motto Non improvidis, imitante la ripristinata lira del duca di Savoia Emanuele Filiberto, ed un cavallotto da tre grossi fregiato delle armi paleologa e gonzaghesca, simile in tutto ad altro della prima tutela (Tav. X, n. 2)1. Il duca Guglielmo, emancipato, annovera tre differenti bianchi da quattro soldi, ed altre minori monete, le quali, forse inedite tutte, sarebbero a posto in una speciale monografia, ma qui non possono essere riportate. Di Vincenzo I evvi un ducatone, alcune parpagliuole col Santo d’Assisi, e parecchie fra le copiosissime varietà dei quattrini simbolici colla impresa della mezza luna, che isolati hanno poco pregio, ma riuniti formano un bel contingente di questa zecca, alla quale sembranmi appartenere. Di Francesco IV, che ha sì poche cose e tutte rare, evvi il ducatone con quel Santo, la parpagliola descritta dal chiarissimo dottore Pigorini (Tav. X, n. 3), ed un inedito soldo (Tavola X, n. 4). Del duca Ferdinando è osservabile un ducatone col Santo leggendario, uccisore del drago, e di Carlo II un testone di pari impronta.
- ↑ Sebbene l’illustre e venerato maestro commendatore Promis, nella egregia storia delle zecche di Masserano e Crevacuore non ha guari pubbHcata, ne insegni tale pezzo vedersi in tariffa di. Lione dell’anno 1578, non so decidermi a sopprimere il disegno che ne feci, trattandosi di cosa rara e di libro ancor più raro.