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IL MUSEO BOTTACIN

ANNESSO ALLA CIVICA BIBLIOTECA E MUSEO DI PADOVA


Mantova

e le zecche minori dei principi gonzaga.


Se vogliamo prestar fede allo Zanetti, Leopoldo Camillo Volta, mantovano, in sullo scorcio del passato secolo, lavorava intorno ad una storia delle monete della sua città, ma di tale opera non abbiamo altre notizie, né sappiamo di quanto fosse progredita. Quale un saggio di essa è però da considerarsi la erudita dissertazione sulla origine della zecca e sulle prime monete di Mantova, inserita nella raccolta Zanettiana.

Qualora fosse indubitato il diploma dell’imperatore Ottone III (997), per tacere di quello di Berengario I e di Lotario II, tenuti controversi da molti, l’origine della zecca mantovana daterebbe dalla fine del secolo X; ma se vogliamo invece attenerci soltanto alle monete pervenuteci, ch’è forse il migliore partito, il suo principio non salirebbe oltre la seconda metà del secolo XII1. Checché ne sia di ciò, facciamo voti che il concetto del Volta sia incarnato al più presto e con tutta la possibile ampiezza per opera del chiarissimo signor D. Attilio Portioli, il quale, negli Appunti che va dettando nel Bullettino di Numismatica, mostra di quanta soda dottrina fornito e quanto innamorato e padrone egli sia

  1. A tale opinione non aderisce l’egregio D. A. Portioli, che retrocede fino alla prima metà del secolo XI colle prime monete vescovili Egli ammette anche il diploma di Lotario II e segnala l’esistenza d’altri di Corrado II e di Federico I, i quali, quantunque posteriori, gli comprovano l’esistenza della zecca mantovana più in là del mille. Ci rimettiamo a lui per tale affermazione che desideriamo possa venire avvalorata dalla scoperta di monete corrispondenti, che fino ad ora mancano.