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418 francesco malaguzzi

necessario che la Città si riempia et se ne serva, come sempre ha fatto.

Nella Città, come si vede, per il corso ordinario, sono et si trovano poche monete battute nelle Cecche del Stato Ecclesiastico, di modo che havendosi ad osservare il sudetto Bando, ne seguiriano molti danni et pregiudicij al publico et al particolare, anzi la total ruina della Città, insieme con la perdita del nome et riputatione d’essa.

Il danno publico seria che li Datieri, ch’hanno comprato li Datij, non potriano pagare il convenuto prezzo, non potendo riscuotere la Moneta che si ordina in detto Bando, per il che in conseguenzia si può anco dire, che nelle subhastazioni et locationi delli Datij, che s’hanno da fare per l’anno à venire ciascuno per la detta difficoltà, si ritirarà dalla Impresa.

Il danno particolare è et seria che tutto il popolo et ogni grado di persone, poveri et ricchi, non hanno denari né Monete battute nel Stato Ecclesiastico et se pure ne hanno qualcuna non basteranno per comprare pane et altre cose bisognevoli per il vivere, di modo che si sentiranno, come già si commenzano a sentire, infiniti stridi, querele et lamenti da ogni banda et la maggior parte delli Mercanti et Artefici della Città, conoscendo essere impossibile non che difficile osservare pontualmente il detto Bando per le sudette ragioni et difficoltà, serrarà le Botteghe per non incorrere la disgrazia delli Soperiori. Alli quali in ogn’altro caso è et sera, come sempre è, questa Città et popolo obedientissima et obsequentissima.

Si ricorda anco quel che è di maggiore considerazione che questa Città non havria bisogno di provisione alcuna sopra le Monete regolandosi et governandosi in questa parte con li Bandi fatti qui dalli Soperiori. Nelli quali Bandi si commanda che non debbano correre ne spendersi se non le Monete che sono alla lega di Bologna, la qual cosa osservando come si è osservata continuamente non ha mai partorito inconveniente alcuno. „

(Arch. cit., Istrumenti e scritture).