Pagina:Rivista italiana di numismatica 1898.djvu/239


la zecca di bologna 235

dava a Bologna un commissario generale per le quattro legazioni, nella persona del cardinale Albani, abbiamo una lunga serie di monete bolognesi.

Nell’aprile del 1831 si mettevano in circolazione per la prima volta, dei boni per la somma di L. 175000, contrassegnati alla zecca, colle cautele atte ad allontanarne il pericolo della falsificazione e con appositi bolli1. Nel luglio però erano già pronti gli scudi del nuovo papa, coniati sui conii fatti venire da Roma ed adattati alle macchine dell’officina di Bologna2. Si noti però che gli scudi di Gregorio XVI della zecca bolognese portano il nome dell’incisore Cerbara che si limitò a dirigere il lavoro della coniazione: ciò serva d’esempio ai numismatici a stare in guardia in casi consimili, prima di attribuire i conii alla persona che vi appose il proprio nome. Da Roma ormai giungevano tutti i conii delle monete bolognesi che vanno distinte di solito pel B che portano.

Le battiture si eseguirono in Bologna con grandissima rapidità. Nel 1832 si battevano baiocchi e mezzi baiocchi, mezze piastre, mezzi scudi, doppie, e negli anni successivi mezzi baiocchi, doppie, mezzi scudi, scudi, testoni, paoli, monete di rame a somme fortissime3. La piazza fu tanto invasa, anche al di sopra de’ bisogni suoi, di monete specialmente di rame che Monsignor Tesoriere con ordine del 22 ottobre 1836 stabiliva che per la fine dell’anno finita la battitura di L. 5000 di rame si rallentasse ed anche si sospendesse la monetazione d’oro e d’argento4 vi fu infatti un rallentamento nelle battiture per quanto continuassero fino alla fine del

  1. Protocollo cit. 1831, n. 58, 14 e 20 aprile.
  2. Protocollo cit. 1831, n. 122, 130.
  3. Protocollo cit. 1832-46 e atti ibid.
  4. Arch. cit. Titolo VI, fasc. A.