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la zecca di bologna | 233 |
Direttori di Roma e di Bologna si mettevano d’accordo perchè: 1.° le paste d’oro, come quelle d’argento, fossero colla tariffa di Roma sia riguardo al fino che al resto; 2.° che si usassero le pesature romane; 3.° che le monete fossero così coniate:
Oro | Doppie del titolo di denari 22 in ragione di n. 62 per libbra e di L. 193: 30 la libbra. Mezze doppie in proporzione. |
Argento | Scudi del titolo di oncie 11 in ragione di L. 12: 83. Mezzi scudi, Papetti, Testoni, Paoli in proporzione. Mezzi Paoli del titolo di on. io: 22 in ragione di L. 12: 83. |
La spesa di finitura dell’oro fu stabilita in scudi 3 per libbra di fino della quantità finabile; quella sulle paste dorate, in scudi uno; quella dei saggi d’argento in baiocchi 11 ed un denaro di pasta; quella dei saggi d’oro in bajocchi 22 e grani 12 di pasta; quella dei saggi di dorato in baiocchi 17 colla ritenzione di denari 1 1/2 di pasta se la quantità d’oro superava quella dell’argento e denari uno se quelle d’argento superava quella dell’oro.
Seguirono le disposizioni per battere una forte quantità di moneta bassa per soddisfare alle continue richieste dello stato e specialmente della piazza d’Ancona che ne difettava. Nuovi regolamenti e provigioni nel personale, (orari, nomine di subalterni, stipendi) furono poco dopo emanate e la zecca bolognese incominciò a funzionare con maggior regolarità1.
A Pio VI successe il cardinal Della Genga che assunse il nome di Leone XII e rimase fino al febbraio del 1829. I nuovi conii furono eseguiti dal-
- ↑ Ibid., 1818.