Pagina:Rivista italiana di numismatica 1898.djvu/225


la zecca di bologna 221

i primi non erano riusciti, furono rimandati e colà rifatti1. Ma sembra che nemmeno la seconda volta riuscissero molto soddisfacenti perchè il Tadolini ebbe incarico di aggiustarli2. Tuttavia a Roma dall’incisore di quella zecca si fecero eseguire anche i conii per lo scudo e il mezzo scudo3.

Poco dopo, ritirate dalla circolazione le vecchie murajole, furono rifuse e rifabbricate insieme ad altre 2000 coi nuovi conii; i vecchi punzoni parte furono venduti e parte ceduti al Tadolini che se ne serviva per suo esercizio4. Quest’artista nel principio del 1785 fabbricò i conii pei nuovi paoli5 e poco dopo altri pei nuovi zecchini e doppie che si dovevano coniare coll’oro provveduto a Modena dalla Corte ducale6. Delle successive coniazioni di monete d’argento e di lega non rimangono particolari degni di nota. Quando avremo ricordato un progetto per batter moneta da 12 paoli che non fu accolto, la notizia di un aumento di salario all’incisore per la fama che godeva e quella di perfezionamenti nella Trafila e nelle balze, non ci rimane altro da aggiungere di questo periodo che possa interessare gli studiosi di numismatica.

Le nuove idee repubblicane del 1796 trovarono Bologna, conservante tuttora l’antica forma e apparenza di libertà, pronta ad applicarle. Del governo del 1796, di quello successivo della Repubblica Ci-

  1. Atti cit., Sedute dell’11 giugno 1783.
  2. Ibid.
  3. Id., 12 dic. 1783, e segg.
  4. Id., 4 genn. 1784.
  5. Id., 16 genn. 1785.
  6. Id., luglio 1785. Il Tadolini aveva un figlio, Raffaele, che coltivava l’arte del padre e che appunto in questi anni apprendeva a Roma l’arte dell’Intagliare i conii, a spese dell’Assunteria Bolognese.