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216 | francesco malaguzzi |
concorrenti furono rimborsati delle spese e poterono coniare in zecca le loro medaglie.
A dare idea del corso delle monete in questo tempo riportiamo tra i documenti un bando del 1768 che ne regolava la materia1.
Dopo un breve periodo di sede vacante (1769) salì al soglio pontificio Clemente XIV (1769-1774), sotto il quale la coniazione delle monete bolognesi fu meno ricca e varia delle precedenti. Ripresa la battitura di monete di lega, specialmente da dodici bolognini, di questi ne furon messi in circolazione, nel 1769, per 1000 scudi. In questo tempo il Senato bolognese ebbe a servirsi in più occasioni dell’opera e della pratica del celebre nummografo Guidantonio Zanetti, per regolare il corso delle monete e per pareri sui provvedimenti da prendersi per rendere attiva la zecca, l’opera della quale era intralciata dalla invasione di monete forestiere, e per dar pareri sulla bellezza de’ nuovi conii eseguiti dal Balugani2. Confermato a maestro di zecca il Pignoni il 25 aprile 1770, nel giugno del susseguente anno si coniarono nuovi zecchini colla parola zecchino, il padiglione, le chiavi e l’arma del Legato da una parte, e il Bononia docet, il millesimo e il leone rampante dall’altra. Qualcuno aveva proposto di aggiungervi il nome del papa, ma fu giudicato non necessario per non confondere i nuovi zecchini di Bologna con quelli di Roma " bastando per ogni buon riguardo le chiavi, gonfalone ed arma del Legato „ a dimostrare la