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212 francesco malaguzzi

Ercole Lelli orefice ed incisore con una serie di capitoli che ricordiamo in appendice1. A maestro di zecca fu scelto un Matteo Pignoni, riconfermato nel 17372; esso battè le solite monete basse: monete d’oro e d’argento di maggior valore sembra se ne siano battute assai poche, a giudicare dai saggi che ne rimangono. Vi troviamo che i quattrini sono del peso di 26 e 1/4 per libbra, i bagaroni del peso di 29 per libbra: più tardi, nel 1744 dei quattrini ne andavano 29 per libbra3. Delle altre monete non ci rimangono saggi, di quegli anni.

Morto Clemente XII, nel 1740, dopo un Conclave di quasi cinque mesi (in cui a Bologna si batterono nuovi bolognini d’oro) venne eletto il Cardinale Prospero Lambertini bolognese, che prese il nome di Benedetto XIV. Bologna, va debitrice a questo grande pontefice del nuovo Istituto di scienze, di gabinetti scientifici, di edifici, della biblioteca e della rifioritura delle lettere incominciata allora. Il lungo periodo del suo governo (i 740-1 758) è interessante anche per noi.

Confermato a zecchiere Matteo Pignoni, ricominciarono quelle ricche battiture di dobloni, zecchini, scudi d’oro, muraiole da 4 e da 2 baiocchi, baiocchelle, mezzi bolognini e quattrini di cui ci rimangono sì numerosi e belli esemplari. Il Senato fece incidere su parecchie monete d’oro di quel tempo col nome del nuovo papa quello di padre della patria, tanto giustamente attribuito a Benedetto XIV da’ suoi concittadini.

Da alcuni saggi che ci rimangono rileviamo

  1. Piani e discipline monetarie, 7 settembre, 1734, V. doc. XXV.
  2. Ibid. 8 maggio, 1737.
  3. Assunteria di aecca. Atti dei saggiatori, sec. XVIII.