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CAPITOLO VIII.


Clemente XI — Nuovi incisori dei conii — Frequenza delle battiture nel principio del sec. XVIII — Innocenzo XIII — Benedetto XIII — Sede vacante — Benedetto XIV (Lambertini) bolognese — La zecca dal 1740 al 1758 — Clemente XIII — Il corso delle monete — Clemente XIV — Nuove battiture e capitoli — Guidantonio Zanetti, il corso delle monete e la collezione dell’Istituto delle Scienze — Pio VI — Coniazione del 1783 — I conii dello Schwendiman — Le coniazioni dal 1796 al 1805.

Il periodo di Clemente XI (Albani) che va dal 1700 al 1721 è de’ più ricchi e più varii di monete per la produzione grandissima dell’officina bolognese, ma presenta poco interesse nell’esposizione della parte storica.

Il primo zecchiere fu il marchese Girolamo Bevilacqua, bolognese, che lasciò le iniziali del suo nome (G B, I B) in parecchie monete del papato di Clemente XI. Fu eletto il 22 aprile 1701 e si servì dell’opera dell’incisore Bajard ricordato. A parecchie accuse mosse al Bajard pubblicate in un libello, di cui ci rimangono esemplari, per aver lavorato i proprii conii col bulino antiche col punzone, per aver fatte impronte troppo basse, perchè un conio eseguito a Roma e di là mandato era più bello dei suoi, e per altre ragioni d’indole tecnica, l’incisore rispose vivacemente, chiedendo di essere riconfermato per un altro triennio. Ma qualcosa di vero fu probabilmente riscontrato dagli Assunti nelle accuse predette, perchè nel marzo del 1703 gli fu sostituito Antonio Conti, che però nell’aprile del susseguente anno cedette il posto ad Antonio Maria Parmeggiani, orefice1.

Le coniazioni si succedevano rapidamente e il let-

  1. Partiti, 1703, IO marzo e 1704, 11 genn. e 25 aprile.