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206 | francesco malaguzzi |
d’oro e d’argento, che con una serie di provvigioni e bandi si stabilirono verso la metà di quel secolo, riportiamo l’elenco che troviamo in una delle tante gride:
Doble del Papa e di Firenze | L. | 14.18 |
Doble di Spagna e di Genova | » | 15. |
Doble dette d'Italia | „ | 14.16 |
Zecchino di Venezia e Gigliato | „ | 8.12 |
Ungari di Ungheria e altri | „ | 8.10 |
Ducatone Papale di Roma e di Ferrara Paoli 10. | ||
Testone papale e di Firenze | L. | 1.9 |
Ducatone di Firenze | „ | 5.3 |
Altri ducatoni detti d’Italia cioè di Venezia, Milano, Genova, Mantova (eccettuati quelli del Cane), Urbino, Savoia, Parma, Piacenza, Modena e Lucca valevano L. 5, il Crocione di Genova L. 6.
Più tardi un bando stabilì i pesi delle monete in corso allora nella città, che uniamo agli altri in appendice1.
A Innocenzo XI, morto il 12 agosto 1689, successe Alessandro VIII (1689-91): in quest’anno si batterono 15 mila bagaroni e quattrini, 20 mila muraiole e monete d’argento del solito peso2, coi conii di Pietro Tedesco.
Dopo una breve vacanza sul soglio pontificio (1691) vi salì Innocenzo XII che fu l’ultimo pontefice del secolo.
Il zecchiere di questo periodo fu ancora Giovanni Carlo Gualcheri, ormai, per la onestà sua e per la pratica eccezionale acquistata, divenuto locatario a vita dell’officina bolognese3. Incisore dei nuovi