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la zecca di bologna | 205 |
di 10 oncie e den. 22 per libbra1 e portano infatti quella data e le iniziali del zecchiere Gio. Carlo Gualcheri. A questo peso furono nel marzo del 1686 ridotte tutte le monete d’argento2.
L’ultima notizia di questo periodo è il decreto di fabbricare una macchina detta la Trafila, fatta girare per forza d’acqua per laminare il metallo per le monete, della quale rimane la relazione e il disegno3 e che da allora fino agli ultimi tempi era in luogo diverso dalla Zecca, in prossimità del canale di Reno.
Anche di tutte queste monete il lettore troverà al solito le descrizioni e le riproduzioni più avanti.
Accenniamo alle principali disposizioni per regolare il corso delle monete anche forestiere che, come sempre e come dovunque, anche a Bologna invadevano di quando in quando la piazza, alterandosi nei valori a seconda dei luoghi e inceppando continuamente gli scambi. Un bando 4 agosto 1612, che per esser troppo diffuso riportiamo in appendice tra i documenti, contiene una preziosa tariffa delle monete d’argento e d’oro dei principali stati italiani4. A questo ne seguirono altri negli anni successivi che stabilivano il valore preciso da darsi a questa o a quella moneta, ai talleri, alle gazette e grossetti di Venezia, o che ne bandivano altre perchè calanti come i ducatoni, i mezzi e i quarti di Mantova battuti allora (4 agosto 1627) e altri di minor importanza e che allo studioso che desiderasse esaminare è dato vedere nelle raccolte a stampa dei bandi anche presso l’Archivio di Stato di Bologna.
Solo per ricordare i prezzi correnti delle monete