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198 francesco malaguzzi

bolognese coi soliti patti che è inutile ricordare1. Appena eletto, il nuovo zecchiere presentava all’esame del Consiglio un suo progetto che ci rimane per l’attuazione di un torchio idraulico per la rapida fabbricazione delle lastre da cui tagliare i tondelli delle monete2. La somma rilevante che il Provagli domandava fu probabilmente la ragione per cui il progetto per allora non ebbe attuazione. Vedremo che più tardi perfezionò il suo ritrovato ed ebbe incarico di attuarlo.

Da qualche anno la città difettava di monete d’oro e d’argento; perciò nel 1654 si ordinò una grande coniazione di 25 mila scudi d’oro. Vista l’importanza della somma, fu steso un contratto a parte col maestro di zecca, il 3 agosto3. Vi si prescrive di battere doble e scudi d’oro di 22 carati di bontà intrinseca con 1/8 di rimedio, del peso usuale, e che ne vadano per libbra di peso 109 scudi d’oro e in proporzione doble, dobloni: le doble di carati 35, lo scudo 17 1/2, il doblone in proporzione: la battitura dovrebbe esser finita entro il prossimo mese di settembre, e il zecchiere avrebbe date garanzie, ecc.

A meglio provvedere ai bisogni della città si coniarono anche monete d’argento, come ci assicura un bando del 22 giugno 1655, che invitava i mercanti a portar oro e argento in zecca per farne moneta piuttosto che asportarlo, con danno della città4. Tra gli altri furon messi in circolazione pezzi da 20 soldi e 24 mila lire di doppi soldi5.

  1. Parati, 37, c. 42, r.
  2. Vi è unito il disegno della pianta del fabbricato della zecca.
  3. Istrumenti e scritture, V. dee. XX.
  4. Bandi.
  5. Partiti, 1 febbraio, 1655, e 28 giugno, 28 agosto, 22 dicembre 1655 e 21 febbr. 1656.