Pagina:Rivista italiana di numismatica 1898.djvu/198

194 francesco malaguzzi
tutte con la detta Arma, aggiongendovi littere che dicano venti bolognini, per sfuggire la confusione de’ Testoni et che del restante dell’Argento che si trova in Zecca si battono tanti Testoni e giulij. Questo è quanto, si è potuto cavare di presente con difficoltà grande. VV. SS.e intanto veddano di andar trattenendo il S.r Legato, con supplicarlo del suo favore, che io procurerò di fare nuovo ufficio con S. Be per veder, se si può ottenere, che non si ribatta quantità alcuna di detta moneta; S. S.à mi ha detto ancor questa mattina che di Bologna sono state mandate qua’ alcune verghe d’oro, per batter scudi, al che io ho risposto che non ne tenevo avviso alcuno, ma che sicuramente non poteva esser interesse del Reggimento, il quale non ha modo da far batter quattrini di rame, non che scudi d’oro.

Né occorrendomi altro, bacio per fine a VV. SS.e le mani.

Di Roma, li xxij agosto 1615.

Di VV. SS.e Ill.e Afr.° Servitore

Silvio Albergati. — „1.


Fu quindi per contentare il pontefice che nel diritto delle piastre (o 2 giulii), in luogo della Felsina, fu posta Tarma del papa e del legato e il nome dello stesso pontefice. Le parole poi lasciate in bianco nel progetto che abbiamo riferito, pei Carlini furono Praesidium et decus intorno alla figura della B. V. di S. Luca col Bambino.

Gregorio XV (1621-1623). L’Angell rimase in ufficio fino al giugno del 1620, cogli stessi patti e seguitando a coniare le stesse monete: gli successe un G. B. Bassano per poco tempo, e che gli cedette di nuovo il posto, finché l’11 maggio 1623 veniva nominato in sua vece e per tre anni Lodovico Selvatici, di Modena2, già conduttore della zecca della sua città da dove era fuggito col fra-

  1. Ibid.
  2. Partiti, 31, c. 36, r.