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la numismatica delle isole del mar libico 17

che han visitato il paese sanno che non può essere stata grande in antico. L’isola, o le isole doveano essere realmente fertili o v’erano coltivabili; ma questa coltivabilità era troppo limitata1. Tra gli scrittori antichi non c’è che Ovidio il quale ricordi Melita coll’appellativo di fertile; ma delle parole di un poeta poco geografo, come il sulmonese, non potremmo fidarci molto2, tenuto conto del silenzio dei geografi, i quali tuttavia erano ben disposti ad esaltare i pregi di un paese appena ne avessero occasione, e più ancora del silenzio di Diodoro (V, 12, 5), il quale parlando dell’opulenza dei Melitei, non indica come sorgente di essa che le industrie ed il commercio, e tace di tutto ciò che riguarda l’agricoltura. L’aratro, sulle monete, non può essere interpretato che come emblema di una grande produzione di grani, di una vasta ed estesa industria agricola. E così che troviamo l’aratro come tipo secondario nelle monete di Metaponto, come tipo principale nelle monete di Leontini e di Centuripe. Quella copiosa produzione di grani che non poteva esistere a Melita, ci è invece largamente testimoniata per la costa d’Africa, specialmente per la Byzacene della quale Plinio riporta racconti meravigliosi3, ed ove la città di Adrumeto

  1. Citiamo qui un inglese, lo Smith, a Dictionary of greek and roman geography (art. Melita): the soil is naturally stony and barren, and the great want of water precludes all naturai fertility.
  2. Già le parole medesime di Ovidio (Fasti III, 567: Fertilis est Melita sterili vicina Cosyrae) mostrano ch’egli ha creata un’antitesi, e del resto lo Smith dichiara che l’epiteto fertilis is certainly ill applied. Sulle cognizioni geografiche di Ovidio v. Cocchia, la geografia nelle Metamorfosi, etc. Napoli 1896.
  3. V 4, 24: Bysacium.... regio.... fertili tatis eximiae, cum centesima fruge agricolis fenus recidente terra. XVIII 10, 21: Tritico nihil est fertilius.... nipote cum e modio, si sit aptum solum, quale in Byzacio Africae campo, centeni quinquageni modii reddantur (cfr. VII, 5, 41) Misit ex eo loco divo Augusto procurator eius ex uno grano, vix credibile dictu, CCCC paucis minus germina, extantque de ea re epistulae.