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16 g. m. columba

appartenuti ai cartaginesi. Sono idee le quali, in fondo, appartengono a molti di quelli che si occupano della numismatica di questa parte del mondo antico, e non sarà forse inutile fermarci un poco su di esse.

Tra le monete di cui si tratta, ve ne hanno due serie (1a e 2a del Müller, p. 178) le quali portano entrambe la stessa leggenda, e quindi appartengono allo stesso luogo di emissione. L’una e l’altra ha sul rovescio un gambero; ma il tipo è diverso: per una è il guerriero combattente, per l’altra è l’aratro. La prima difficoltà che si opporrebbe ad attribuire queste monete al gruppo di Malta sta nella leggenda, la quale non ha nulla di comune con quella di Melita, e se il ג di alcune di esse potrebbe accennare a Gaulos (il cui nome semitico גרל ci è noto dal CIS. t. 1, 132) il גר o גב che si trova in altre esclude completamente questa ipotesi. Del resto, il Mayr mette da parte la leggenda, presupponendo che essa non possa andar riferita al luogo di emissione, e segue, come si è detto, il criterio dell’affinità del tipo. Le monete le quali portano il guerriero in atto di combattere, ricordano le monete greche di Gaulos, e quindi non sarebbe una conclusione arrischiata attribuirle al gruppo di Malta. Ma poiché queste monete hanno la stessa leggenda fenicia che quelle in cui appare come tipo l’aratro, bisogna attribuire al gruppo di Malta anche queste: l’aratro accennerebbe alla fertilità di queste isole, della quale fan testimonianza i moderni e gli antichi. Così il Mayr (p. 34). Eppure io credo che premesse e conseguenze siano arrischiate. Tra il guerriero combattente di queste monete con leggenda fenicia e quello che si vede sulle monete greche di Gaulos, c’è già la differenza che il primo è ignudo il secondo no; inoltre le monete greche di Gaulos portano tutte, accanto al guerriero, una stella, che alla prima manca. Quanto alla fertilità di Malta, tutti quelli