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Se si ammette quindi l’esistenza della moneta d’oro della Prima Repubblica coi tre santi, questa moneta non può essere che il fiorino d’oro, del valore di 20 soldi imperiali, e che valeva precisamente il doppio dell’ambrosino d’oro.
I numismatici saranno certamente grati al dott. Ambrosoli, il quale ha sollevato, discusso e, a nostro avviso, risolto in modo irrefutabile una importante questione, che interessa la storia delle nostre zecche medioevali.
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Frequentissime volte, nel corso di un decennio, la Rivista ha avuto occasione di annunciare con elogio l’uno o l’altro importante lavoro dei Sigg. Engel e Serrure.
Si trattava, dapprima, di una pubblicazione eminentemente francese, ma che, per le molteplici attinenze storiche della Numismatica di Francia con l’italiana, interessa assai davvicino anche i nostri lettori1.
Poi, ripetutamente, si ebbe a discorrere intorno ad un’opera di disegno più vasto e generale, il Traité de Numismatique du Moyen àge, di cui escirono sino ad oggi i due primi volumi, e che costituisce un’impresa altrettanto ardita quanto giovevole senza dubbio ad affratellare gli studiosi dei diversi paesi2.
E ora, mentre il terzo ed ultimo volume di quell’opera è in via di compimento, gl’infaticabili Autori hanno posto mano ad un’altra pubblicazione, in due volumi questa, la quale formerà séguito al trattato di Numismatica medioevale,