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la vittoria dei Romani sopra Antioco l’attività commerciale ebbe un rapido sviluppo e fiorirono le monetazioni autonome dei municipii, le quali si andarono riducendo di molto o scomparvero addirittura nell’impero, secondo la condizione creata loro dalla potenza dominatrice di Roma.
Nella Introduzione l’A. evita, con la sua nota sobrietà, ogni inutile sfoggio di dottrina. Nei richiami alla Mitologia dice soltanto quello che può avere stretta attinenza con i tipi monetali. Discorre del dio ΜΗΝ ΚΑΡΟΥ delle monete di Attuda, affine all’Asklepios greco; dell’Apollo Triopas di Cnidus, nel cui tempio convenivano i rappresentanti della esapoli dorica; dello Zeus Labrandeo venerato in diverse città della Caria. Questi pochi cenni opportunamente dati rivelano qual grande patrimonio di studi l’illustre numismatico possegga: studi ausiliarii, di cui si avvantaggia grandemente la numismatica.
Parlando del sistema monetale di Rhodus, l’A. tratta pure dell’origine della dramma di gr. 3,88 — 3,56 che ci dà un tetradramma di gr. 15,55 — 14.90- Secondo lui questo piede monetale è chiamato erroneamente rodio, perchè già era in uso a Chios nella prima metà del V secolo, quando Rhodus non ancora era stata fondata (408 a. C). Egli inclina a credere che sia derivato dal sistema attico ridotto (il cui tetradramma pesava gr, 17,49 — 16,84) per la ragione che esso in alcune città, fatta eccezione di Cos, sostituisce non il sistema attico ma il fenicio, il cui tetradramma è di gr. 14,25 (Introd., pag. xciii, civ).
E giacché siamo a discorrere di sistemi monetali, vogliamo far parola di una veduta molto originale dell’Head a proposito delle dramme arcaizzanti emesse da Rhodus nel II secolo a. C. (166-88), con la testa di Helios di profilo e un’area incusa superficialmente al rovescio. L’alterazione del tipo di Helios da una parte e la restaurazione del peso di queste monete dall’altra, che è molto elevato rispetto alle ultime precedenti emissioni, accennano secondo l’Head ad una riforma avvenuta nel 166 in seguito alla disastrosa perdita subita dai mercanti di Rhodus, quando le città tributane del continente furono dichiarate libere dai Romani. Rodi quantunque colpita nei suoi interessi vitali, dovè tuttavia