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lettere e delle arti antiche, ma differiscono invece in ciò che costituisce la maniera e lo stile personale dell’artista, vale a dire il disegno ed il tocco del maestro. Mentre nelle tessere e nelle monete coniate a Venezia si vede sempre una certa bravura e sprezzatura di esecuzione, che corrisponde al lavoro abbondante ed affrettato di quella zecca, le medaglie e le monete di Padova hanno una accuratezza che comporta un lavoro più calmo e più studiato. Forse anche questa opinione potrà sembrare arrischiata, mentre io non conosco le prove di zecca che hanno i nomi di Marco, Lorenzo ed Alessandro Sesto, se non per le riproduzioni: pure ho creduto di manifestare aperto il mio pensiero, perchè dal cozzo delle opinioni viene la luce e dalla discussione emerge la verità.
E qui faccio punto senza esaminare la seconda parte del lavoro, in cui l’autore tratta di medaglie coniate in Fiandra e menzionate esse pure nel catalogo del Duca di Berry.
Chiudo augurando che delle cose nostre studiate dagli stranieri con amore e con dottrina si occupino anche gli Italiani, i quali, nelle memorie locali e negli archivi, possono trovare notizie importanti sulle belle medaglie del rinascimento e sugH artisti che le lavorarono, ed anche dalle modeste tessere possono trarre argomento di studio e di soddisfazione.
La serie dei volumi che formano il catalogo della collezione numismatica del museo di Londra, alla cui compilazione attendono da tempo i più illustri numismatici inglesi, è andata man mano acquistando maggior pregio ed importanza, specialmente nei volumi pubbhcati in questi ultimi anni. I due lavori, ad esempio, sulle monete della Siciha e della Magna Grecia, per quanto sien fatti con rigore scientifico, non hanno quelle preziose ed abbondanti osservazioni geografiche, storiche, mitologiche, artistiche, metrologiche, seguite da una così ampia riproduzione in eliotipia dei tipi