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annotazioni numismatiche genovesi 121

qua et missi fueramus. Honorifice nos et suscepistis, et tenuistis exiguum quod apud vos fuimus, et quidem digne vobis, sed supra nostrse humilitatis modum. Profecto ut non immemores, sic non ingrati sumus. Vicem rependat qui potest, et qui in causa fuit Deus. Nos enim unde illum recompensemus venerationis cultum, sed obsequium, sed affectum plenum amoris et gratiæ? Non quod nostro delectemur favore, sed vestrae devotioni collaetamur. O miiii dies illos festivos sed paucos. In aeternum NON OBLIVISCAR TVI, plebs devota, honorabilis gens, civitas illustris.„

E continua, compiacendosi del resultato ottenuto, ma raccomanda la perseveranza. Sia mantenuta la pace coi Pisani, e non ci si lasci adescare dalle offerte dei messi di Sicilia1.

A chi mi chiedesse il perchè di questo tardivo omaggio numismatico al Santo, confesserò che non mi fu possibile scoprirne una causa assoluta. Se in quell’epoca corresse come in oggi la moda dei centenari, veramente noi so; che in tal caso si potrebbe credere ad una celebrazione del quinto centenario della tregua Pisana, che condusse alla pace del 1133. Ritengo piuttosto che il fatto trovi la sua spiegazione in un maggior incremento raggiunto in quegli anni dalla devozione dei Genovesi verso S. Bernardo. Infatti, questi era eletto protettore della RepubbHca nel 1625; e come tale lo vediamo unito agli altri sulla medaglia citata più sopra. E pochi anni dopo gli veniva dedicata una nuova chiesa, nella cui iscrizione colla data del 1629, riportata dal Banchero2, si ricordava come fosse stato «ANTIQVIS CIVIVM VOTIS EPISCOPVS DESIGNATVS», e poi «RECENTIBVS PATRONVS ADOPTATVS». E parmi che ciò sia più che sufficiente

  1. V. Opere di S. Bernardo, Epistola CXXIX. Se ne hanno di molte edizioni: consultai quelle di Parigi 1572 e 1640.
  2. Genova e le due riviere. Genova, Pellas, 1846, p. 213.