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la zecca di bologna 105

del Tesoriere pontificio che può supplire a quella e che riportiamo:

— (Fuori: Al molto Ill.° et R.° Signor mio oss.° Mons. il Vicelegato di Bologna).

— " Molto Ill.° et R.° Mons. mio oss.°

" Ho trattato con N. S. circa l’oro che si batte a Bologna et finalmente S. B.e si contenta, che si batti, ma con due conditioni; una, che in ninna maniera si batti con l’arme di S. S.a nè della sede apostolica, ma con arme particolare di cotesta Città: l’altra, che la lega, nè il peso si possa alterar da quello ch’è bora senza espressa licentia in scriptis di S. S.a, et di questa conditione che si osservino. V, S. R.a ci usi ogni diligentia et facci precetto a chi parerà, et altre diligentie possibili. Sua Santità ancora ordina, che in niuna maniera si batti nè Sesini et altre monete basse, le quali oltre il far danno a Codesta Città, lo fanno ancora alla provincia di Romagna. Et con questa fine gli bascio la mano.

Di Roma, adi 20 d’aprile 1596,
Di V. S. Ill.a et R.a

Affett.° Servitore B. Cesi Thesoriere „1.


A questa lettera e alle condizioni imposte dal Papa fu risposto dal Reggimento con alcune osservazioni2. A queste come alla domanda dei bolognesi di esser liberati dalla dipendenza dalla zecca di Roma, visto che il loro commercio era volto altrove e sopra tutto a Venezia, non sembra che per allora si rispondesse. Certo è che, quanto alla dipendenza da Roma, il fatto di trovare che i capitoH della zecca romana erano sempre mandati a Bologna dal Papa lascia credere che si vedesse malvolentieri a Roma ogni tentativo di autonomia dei bolognesi.

Le monete bolognesi di Clemente VIII portano quali lo stemma del papa (Aldobrandini) quali il ri-

  1. Assunteria di Zecca. Piani, discipline monetarie, ecc., b.a 12.
  2. V. doc. XVI.