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104 francesco malaguzzi

L’ambasciatore potè anche questa volta rimuovere il pericolo, come risulta da questa sua lettera:

— (Fuori: Agl’Ill.mi Sigri miei oss.mi li Signori del Reggimento di Bologna).

— "Ill.mi Signori Oss.mi

Quella speranza ch’io ho dato a VV. SS. Ill.mi con altre mie, che cotesta zecca non saria soppressa, hora ha havuto il suo effetto essendo che si fece lunedi la Congregatione sopra gli aggravii, nella quale fu risoluto che Bologna continuasse di battere alla sua solita lega et le solite monete antiche, ma non più monete alla romana, per quanto ha riferto Monsignor Tesoriero ad un gentilhuomo mio parente, quale ho mandato stasera per tal effetto da SS. R.ma non l’havendo io mai potuto ritrovare in casa; con farmi sapere ancora, che dovremo esser insieme, per far sopra ciò alcuni capitoli; onde non mancare ritrovarmi con lei et nel riporto ne darò con le prime più distinto avviso....

Di Roma, li 13 Marzo 1596.

Di VV. SS. Ill.me Devotiss.mo Servitore

Camillo Gozadini1.


Con molte altre lettere il Gozzadini confermava la notizia e dava schiarimenti e particolari. Con altra del 20 aprile aggiungeva: "monsignor Tesoriero mi ha detto oggi, che Sua Beatitudine si contenta che si continui a battere in codesta Zecca li scudi d’oro et le doble, ma però con cunij differenti da quei di Roma, mostrando che si potranno usare i medesimi, che si faranno nella moneta, et ha promesso di darmi stasera sicom’ha fatto, la lettera di tal ordine la quale mando qui congionta insieme con la copia2.„ La lettera a cui allude il Gozzadini non è però unita alla sua e le nostre ricerche per rintracciarla riuscirono infruttuose. Ci rimane invece una lettera

  1. Istrumenti e scritture.
  2. Ibid.