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102 francesco malaguzzi

del papa loro concittadino e ad onorarne l’entrata in città il Senato ordinò, more solito, la fabbricazione di una moneta. I conii erano già pronti ed erano stati eseguiti dal Menganti che ne ricevette L. 701, quando arrivò la notizia improvvisa della morte di papa Gregorio avvenuta il 10 aprile. Probabilmente i coni del nostro artista andarono a raggiungere i ferri vecchi e i ponzoni inservibili nei magazzeni della zecca.

A Gregorio successe sul trono pontificio Sisto V (1585-89) e di questo periodo ricorderemo: un partito che portò alla coniazione di soldi 77, in luogo di 73, per ogni oncia d’argento (2 agosto 1585)2; ciò perchè le monete bolognesi erano di tal bontà da venire asportate e rifuse; inoltre la rinnovazione dell’appalto dell’officina a G. B. Gambaro, questa volta in unione al figlio Pietro (gennaio 1586)3; una battitura di 60 mila scudi soliti, seguita da un’altra di 1000 scudi di sesini4.

Il rapido succedersi di quattro nuovi pontefici in brevissimo volger d’anni (Urbano VII, Gregorio XIV, 1590 — Innocenzo IX, 1591 — Clemente VIII, 1592-1604) rese necessari nuovi coni, alcuni almeno fabbricati dal nuovo zecchiere Giovanni Angeli che nel luglio del 1590 assunse la zecca bolognese per cinque anni. Egli era orefice e molto pratico di lavori di zecca, come ci assicurano le testimonianze

  1. Partiti, 25, c. 72, r. " i8 Marzo 1585. — Solvi mandarunt de pecunij (sic) aerarj D. Alexandro Minganti per suffragio xxvij L. 70 pro mercede cuniorum per eundem fabricatorum causa adventus S.mi D. N. reponendorum in Cecca Bononiae. „
  2. Partiti, 25, c. 88, r. e v.
  3. id. 25, c. 112, v.
  4. id. 25, c. 116, r., con un bando ai mercanti di portar metallo in zecca, e 26, c. 55, v.