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98 | francesco malaguzzi |
decretata l’11 giugno 1577 e di una terza, per una somma ad libitum dello zecchiere, di monete d’argento da 6 bianchi (lire 3) ordinata il 27 giugno 15791.
Un bando sopra la valuta et il corso delli scudi d’oro et delle monete et quattrini et pesi del 9 maggio 1573 stabilisce che gli scudi si spendano per 85 bolognini l’uno: vi rileviamo che erano al peso di 17 carati e f e ne andavano 109 alla libbra; la stessa bontà, libbratura, e valore attribuiscono loro le gride successive per lungo periodo d’anni e definiscono i limiti di tolleranza per gli altri scudi non uguali a quelli2.
Vedemmo che nel 1574 eran stati battuti anche a Bologna i gregorii, monete d’argento che, come già i paoli e come i giulii, portavano l’effigie e il nome del pontefice del tempo. Se n’erano fatte delle prove fin dal maggio di quell’anno e se n’erano mandate al papa perchè le esaminasse e acconsentisse che si spendessero nelle terre della Chiesa pel valore dei giulii romani e fiorentini. I nuovi coni piacquero molto al papa che però, riguardo al corso delle nuove monete, si rimise alla decisione della Camera Apostolica; della quale non ci è noto il responso3.
Con questa nuova moneta si andava ad accrescere la varietà della moneta bolognese, già lamentata a Roma anche prima della nuova coniazione, tantochè l’Ambasciatore bolognese scriveva che là si pensava a ordinare che per l’avvenire si battesse alla lega romana e che per regolar meglio il corso delle monete si progettava di chiudere tutte le zecche