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92 | carlo kunz |
casato, quali vedonsi nelle opere del Coronelli, del Frescot e d’altri, è di tale foggia?
Ma anche tali abbagli diventano perdonabili per chi sa quanto tempo e fatiche esigano i lavori positivi della scienza, e per chi conosce la genesi di quel libro, fatto per una speciale circostanza, nel brevissimo tempo di poche settimane, esclusa ogni possibilità di revisioni e di correzioni.
L’arme raffigurata sul mezzanino di Dalmazia, non è adunque quella dei Contarini, ma piuttosto di una delle due famiglie Surian, cioè d’oro, con una banda a tre ordini di scacchi, d’argento e di negro. Ciò erasi di già avvertito nell’opera che porta il titolo: Storia dei dogi di Venezia, e viene in conferma dell’assioma, non esservi libro tanto cattivo che non contenga alcuna buona cosa.
Restami ancora a rilevare la singolarità di uno dei quattro esemplari rinvenuti di tale moneta, il quale offeriva lo sbaglio dell’arme disegnata a rovescio, per cui la banda scaccheggiata in essa fu convertita in sbarra. Le figure 7 ed 8 della tavola mostrano entrambe le varietà.
Sciolta una parte della non insormontabile difficoltà, rimane l’altra, ch’è quella di sapere quale fosse il Surian ch’ebbe autorità di tramandare la sua insegna sulla nostra moneta, siccome investito di offici dal governo della Repubblica in cose della Dalmazia. Chiarire questo punto non dovrebbe essere più arduo per quelli che hanno la pratica di così fatti studi e possono con agevolezza consultare le memorie che serbano gli archivi di Venezia.