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un nuovo grosso inedito, ecc. 65

Carlo V non gli tolse la contea, insieme con la signoria di Mombarcaro, per investirne un tale D. Alvaro di Sanchez spagnolo, in pena dell’avere il Falletti abbandonato il servizio imperiale per rivolgersi alla Francia.

La terza moneta, che ora viene alla luce, è pure del Falletti, ma di tipo e leggenda totalmente vari dalle precedenti, sebbene sia senza dubbio ad esse contemporanea.



È parimenti un grosso di argento: ha nel diritto un santo vescovo vestito di casula, reggente con la sinistra una lunga croce astata e con la destra le chiavi, in alto l’armetta de’ Falletti1, in giro


S · PETRVS · BE · C (comes)


nel rovescio un cavaliere con la spada in resta, nel giro

CAROL · IMPERAT


in alto l’aquiletta bicipite.

Il nome di Carlo V, l’aquila imperiale, l’armetta e le iniziali BE · C non permettono dubbiezza alcuna intorno all’attribuzione del grosso al Falletti per Benevello. Anzi possiamo aggiungere due nuovi indizi tolti dalle figure rappresentanti san Pietro in vincoli, già assunto a patrono del Comune; e san Secondo martire, a cavallo, titolo della chiesa parrocchiale.

Ma la singolarità che accresce gran pregio alla moneta si è quella di presentare una tecnica affatto italiana e l’avvicinarsi al tipo dell’agontano, tanto da farne credere una imitazione fedelissima.

È noto che Ancona, antica città marittima e commerciale,

  1. I conti Falletti di Villafalletta portano anche oggi d’azzurro, alla banda scaccata di oro e di rosso di tre file: cimiero, un’aquila di nero coronata dello stesso. (V. Calendario d’oro, 1896, pag. 216).