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stupenda opera sui Medaglioni italiani non ha osato proferir giudizio circa l’artefice di questa medaglia, stante l’incertezza del soggetto, ha però recisamente rigettato l’opinione messa innanzi dal Cicognara e poscia dal Breton di attribuirla al Raibolini per la cacciata del Bentivoglio, adducendo ad argomento la stessa eccellenza del lavoro, la quale rende affatto improbabile che la possa essere fattura di pochi giorni. E con ciò parmi bastantemente comprovata l’insussistenza anche di questo altro capo di accusa apposto al nostro Francia.

Altra erronea opinione sul conto del medesimo era stata messa fuori anni sono da un dotto bibliografo1, l’autorità del cui nome avea procacciato alla medesima, comechè combattuta, una certa consistenza. Sosteneva questi che Francesco da Bologna, intaghatore de’ caratteri di Aldo, non altri fosse che Francesco Raibolini, volgarmente " il Francia „, il quale stabilita una stamperia a Bologna pubblicò in sul finire dell’anno 1516 e nel gennaio del 1517 sei preziosi volumetti2, stampati ad imitazione di quelli di Alessandro Paganino. Non ha guari però altro bibliografo, Adamo Rossi, pose fine alla questione, dando ragione ai discrepanti dalla prevalsa credenza, mercè la scoperta da lui fatta nell’Archivio di Perugia di un documento, dal quale risulta essere Francesco da Bologna della famiglia Griffi. Così venisse dato che valente scrittore, pigliando a materia di accurato studio la vita, le opere e la scuola di quest’illustre Maestro, ci desse un lavoro storico degno di lui; il quale, se non fu il primo uomo di quel secolo, come, a detta del Malvasia3, era stato tenuto a’ suoi tempi, fu senza dubbio il più grande artista di cesello, di niello e di pittura, che abbia avuto la patria nostra „.

Luigi Frati.               






  1. Panizzi Ant., Chi era Francesco da Bologna? Londra, 1858, in-8.
  2. Sono dessi i seguenti: Il Canzoniere del Petrarca (20 settembre 1516); — L’Arcadia del Sannazaro (3 ottobre); — gli Asolani del Bembo (30 ottobre); — il Corbaccio del Boccaccio (9 dicembre); — le Lettere famigliari di Cicerone (20 dicembre); — e Valerio Massimo (24 gennaio 1517).
  3. Fels. pittr., ed. cit. T. I, pag. 48.