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sull’erronea attribuzione al francia, ecc. 57

lirgli uno stipendio sui fondi straordinarii della Camera, e sottometterne a scrutinio nel 1508 l’elezione di lui a siffatto incarico?

Ciò posto, se il Francia non era coniatore nella Zecca all’atto della venuta in Bologna di Giulio II, si rende vieppiù improbabile ch’egli così devoto al Bentivoglio e da lui cotanto riamato e protetto pigliasse incarico, non costretto per debito di ufficio, di condur opera, che tornava a perpetuo disdoro del suo mecenate, e quando le sorti di lui negli animi de’ suoi aderenti non dovevano essere per anco totalmente diffidate. E vieppiù improbabile ancora si rende l’ammettere in lui una tale riprovevole condotta dietro le testimonianze, che ci hanno tramandato della sua bontà scrittori contemporanei. Burzio nella Bononia perlustrata1 infra le doti dell’animo, che gli appropria, gli dà pregio eziandio di costanza di carattere; e Bartolomeo Bianchini nella vita di Codro lo chiama " amore e delizia nostra, artefice di specchiata virtù, cui tutti amano e ammirano e come nume adorano „2. E qui è veramente a dolersi che sia ora smarrito o perduto il registro, che teneva il Francia delle proprie memorie, nel quale non potevano mancare tratti, donde tralucesse l’immagine dell’animo suo. La sola annotazione, a mo’ d’esempio, della partenza dal suo studio del discepolo Timoteo Viti, ricordata dal Malvasia:3 — 1495 adì 4 aprile, partito il mio caro Timoteo, che Dio le dia ogni bene e fortuna — non ci rivela tutta la soavità del suo animo? Soavità che traspare eziandio in ogni opera del suo pennello e in quelle care imagini, di cui il Sanzio in una lettera a lui diretta gli scriveva " non vederne da nessun altro più belle e più divote e ben fatte „4. E di quanto affetto e di quanta estimazione

  1. Ex me etiam Fabri: Aurifices: Sculptores: atque Pictores nominandissimi, inter quos unus omnium est mihi clarissimus Franciscus Francia noncupatus.... Hic profecto ingeniosus: affabilis: decorus: et gravitate morum exornatus.
  2. Huius vero effigiem oris, vultusque et lineamenta corporis mire expressit in aedibus Bentivolorum amor et delitiae nostrae Francia spectatae virtutis artifex, cuius unicum ingenium fastigium pariter omnes et amant et admirantur, et tamquam numen adorant.
  3. Fels. pittr., Bologna. 1678, I, pag. 55.
  4. Malvasia, Op. cit., Tom. I, pag. 45.