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punti: ma è strano quel DVX segnato colle sole lettere estreme, forse per non rompere la simmetria delle quattro lettere, e credendosi più decisiva la X che non l’V, per l’interpretazione della parola. Il valore della moneta non sconcorderebbe colle altre della serie Modenese, perchè data la differenza del titolo e del peso, tornerebbe per l’appunto alla metà del valore del quattrino. Sarebbe tuttavia questo, l’unico esempio in quella zecca, dell’uso di questo infimo spezzato.

Passiamo ora alla seconda ipotesi, quella della pertinenza alla serie Urbinate. In questo caso leggeremo la terza lettera per una P, ed assegneremo la moneta all’epoca della spogliazione del Della Rovere, fatta da. Papa Leone X in favore del nipote, cioè al 15 16. Nel quale anno, Urbino prima e Pesaro poco dopo, aprirono le porte al condottiero delle schiere papaline Renzo di Cere, non avendo Francesco Maria neppur tentato di opporre difesa alcuna, anzi avendole abbandonate in tempo utile per la propria salvezza. La moneta sarebbe stata coniata in quell’intervallo di tempo, trascorso tra l’occupazione del Ducato e la bolla papale contro firmata da tutti i Cardinali meno uno, che ne investiva Lorenzo de’ Medici. Onde la leggenda dovrebbe interpretarsi, Auspice Leone . Papa X .

In questa ipotesi, noi avremmo l’appoggio di due indizi favorevoli. La disposizione della leggenda di più linee in mezzo ad una ghirlanda, foggia usitatissima in quelle zecche, è il primo. L’altro ci vien dato dalla indicazione del valore di mezzo quattrino, che si trova pure, ma in italiano perchè di epoca posteriore, sopra una monetina di Francesco Maria II1; dunque è evidente, che quel valore era

  1. Vedi Zanetti, Nuova raccolta, etc. Vol. I, pag. 136, n. 53.