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48 o. vitalini

cui signoreggiava Alberico di Lorenzo Cibo (n. 1532 † 1623). Nel diritto il busto a destra, con la epigrafe

* ALBERICVS * CYBO * MALASP ♦ PRIN o MA


Nel rovescio l’aquila bicipite a volo aperto, che ha nel cuore lo scudetto dei Cibo, fra gli artigli una banda con le parole LIBERTAS e l'anno 16-01; attorno il lemma:

SVB * VMBRA * ALARVM * TVARVM (Peso grammi 32-200).


Il Viani riporta con dotte annotazioni1 due altri ducatoni differenti, che dice essere stati battuti dal Cibo, ad imitazione e sul tipo della piastra fiorentina, secondo il decreto del 28 marzo 1593, del peso di denari 27 grani 14. Infatti uno ha incisa questa stessa data col busto e l’arme; e l’altro un bel rovescio con tre cervi natanti ed il motto — Trauseundum, aut moriendum. — Dei ducatoni di Massa si ha memoria nella tariffa di Anversa del 1627, e in una lista di monete saggiate in Parma nel 1623: ma questo che presentasi ora è sconosciuto ed inedito.

L’aquila imperiale fu concessa al nostro Alberico, con privilegio dell’Imperatore Rodolfo II, a dì 17 giugno 1590, aggiuntavi la cartella colla parola Libertas ad esprimere la indipendenza del principe nella stessa doverosa soggezione; ed a quell’epoca in quasi tutte le monete di Massa si vede quest’emblema ed impresa. L’epigrafe — Sub umbra alarum tuarum — allusiva all’aquila, e nello stesso tempo alla protezione imperiale, non è nuova nelle monete di Alberico Cibo2; e si trova adoperata in moltissime altre monete dei feudatari imperiali, come lo erano i Fieschi, i Gonzaga, gli Spinola, i Tizzoni3, in memoria delle investiture ricevute, dei privilegi accordati, e della feudale dipendenza.


O. Vitalini.               


    Viani Giorgio, Memoria della famiglia Cybo e delle monete di Massa di Lunigiana. Pisa, 1808.

  1. L. c. tav. III, n. 1 e 2.
  2. Viani, op. cit., tav. V, 6.
  3. Bazzi e Santoni, Vade Mecum, ecc. pag. 107.