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farebbero cenno. Da un partito del 30 gennaio 1495 apprendiamo che l’orefice Pietro di Matteo dal Gambaro fu nominato ad cunium et ceccam per fare i saggi delle monete. Dovrebbesi ciò intendere nel senso che egli fabbricasse anche i conii? 1. Allo scadere poi del contratto col Serafini, nel 1498, la zecca bolognese fu ceduta per tre anni all’orefice Antonio Magnani, probabilmente fino allora incisore dei conii, già in tale ufficio molti anni prima che lasciò la sua iniziale in alcuni grossi di quei tempo e che anche per la zecca di Reggio aveva prestato l’opera sua, come vedemmo. Il Magnani si obligò a coniare per l’avvenire i ducati d’oro alla lega di denari 23 e 3/4 almeno, in ragione di denari 24 per oncia di oro puro e del peso di carati 18 e 6/13 almeno2. Ci rimane un rendiconto del 1495 da cui (oltre rilevarsi che dal Gennaio al 16 Maggio di quell’anno si erano coniate tante monete pel valore di ducati 10200) risulta che le paghe dei principali operai della zecca erano le seguenti, per ogni libbra di monete stampate:

per l’assaggiatore (Pietro di Matteo del Gambaro) s. 1
per gli operai addetti alle stampe s. 2
per l’operaio che eseguiva la battitura s. 1, d. 6
per l’incisore o maestro da le stampe s. 1 3.

Dopo che il Magnani ebbe assunta la zecca non si trova più cenno del maestro incisore dei conii, perchè egli riunì in se le due qualità di locatario e incisore, caso molto frequente allora e che nella stessa zecca Bolognese si ripetè dopo allora molte

  1. Alcuni anni prima, dal 1461 in poi, un m.° Corredino orefice coniava le perline (tessere) per la distribuzione delle farine ai poveri nel Natale (V. anche Mandati 19 dic. 1461, ecc.).
  2. Partiti, 20 dic. 1498, 11, c. 167, r.
  3. Zecca B. 1. (Decreti, ecc.)