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la zecca di bologna | 471 |
fascicolo è del tempo, benché lo scritto non sia che una copia. Non vi è nominato il nuovo locatario perchè evidentemente il documento doveva avere carattere di perpetuità ed ha tutte le forme di un vero decreto destinato a rimanere. 11 fatto che alcuni prodotti di quella progettata monetazione non rimangono, lascia sospettare che dessa non sia mai stata realmente effettuata e che il documento che abbiamo dinnanzi non rappresenti appunto altro che un progetto. Certo è che non molto tempo dopo si eseguì una diversa battitura di cui descriveremo i prodotti. Ad ogni modo crediamo necessario esporre sommariamente nelle sue linee generali il progetto del 1476, di molto interesse per la storia della moneta nel quattrocento.
I capitoli comprendevano la coniazione di bolognini d’oro, doppi bolognini d’oro, bolognini d’argento, grossi da due bolognini d’argento, grassoni d’argento da soldi quattro, mezzani o mezzi bolognini da sei denari piccoli, piccoli e quattrini. I bolognini d’oro erano in tutto uguali ai precedenti della coniazione del 1463.
I doppi bolognini d’oro o doppi ducati avrebbero portato da una parte le figure del S. Petronio seduto colla città in mano e le parole sanctus Petronius de Bononia episcopus " cum duj circulj intorno cum la soa granadura de fuora „: e dall’altra parte il solito leone rampante collo stendardo comunale " in uno compaso „ e intorno il motto Bononia mater studiorum " cum li soi doj circulj de intorno. „ Ne sarebbero andati " a lunza de pexo quatro e sete ventequatroeximi zoe 4 7/24 a lunza de pexo e pixi trenta sete e ventinove cintotrieximi luno carati 37 29/103 et che ne vada a la libra de pexo cinquantauno e mezo de numero e che vagha luno ducatj duj doro da Bologna. „