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la zecca di bologna | 467 |
d’interesse speciale anche per noi e non fu considerato ancora sotto l’aspetto che ci siamo proposti.
Troveremo di quel periodo una produzione di medaglie e monete veramente eccezionale: cosichè pèlla loro finezza e bellezza questi prodotti, sparsi nelle nostre collezioni, possono stare a confronto colle migliori cose del genere del rinascimento. L’abbondanza dei documenti e le notizie di nuovi incisori di questo periodo porgeranno quindi, lo speriamo, non piccola ragione di soddisfazione ai cultori degli studi numismatici.
Al principio della signoria di Giovanni II venivano pubblicate alcune gride: una contro quelli che portavano oro e argento non monetato fuori di Bologna: un’altra che prescriveva che si bandissero dagli scambi monete basse forestiere: una terza che ordinava che i fiorini del Reno non si potessero spendere nè ricevere per più di 42 bolognini purché di buon conio e di peso di 18 carati e 2/3 1.
Il contratto di locazione della zecca del 4 aprile 1464 per cinque anni ai mercanti cittadini Paolo di ser Marco de’ Lupari e Giovanni di Boncompagno Federici è stato pubblicato dall’Argelati e non differisce in sostanza da quello dell’anno precedente, di cui ci siamo intrattenuti. È anch’esso in italiano, meno il proemio, il titolo dei primi capitoli e la sottoscrizione del cancelliere2. Le monete e le
- ↑ Partiti, 17 aprile, 19 maggio, 24 maggio 1464 e Zecca B. 1, (Decreti).
- ↑ F. Argelati, De monetis Italie, t. IV. Importanti osservazioni nel campo economico da questo documento posto a raffronto con altri pure relativi alla zecca bolognese trasse il prof. G. Salvioni nel suo scritto citato La moneta bolognese e la traduzione italiana del Savigny (Atti e Memorie della R. Dep. di Storia Patria per la Romagna, III serie, Vol. XII). Preziosissima vi è l’unita tavola della moneta bolognese dal 1191 al 1464 che crediamo utile tener presente anche pe’ nostri studi e che riportiamo in appendice.