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clausola: che la nuova moneta bolognese non fosse uguale all’imperiale ne per la quantità, ne per la forma, ne pel valore («hoc excepto quod moneta ipsorum nostris Imperialibus nec quantitate nec forma nec valentia debet adequar! „).

Che il privilegio imperiale tornasse gradito ai bolognesi perchè rappresentante il rimedio a una necessità, lo prova il fatto che si pensò subito ad approfittarne, esempio raro allora e anche più tardi. La cronaca Ghiselli ci assicura che s’incominciò col deputare Ugone, Uguccione degli Oseletti, Bualello Bualelli e Marco (o Mario) Carbonesi a disporre, come consoli, perchè la prima coniazione avvenisse tosto e regolarmente. E la prima coniazione infatti ebbe luogo nello stesso anno come ci assicurano i documenti e il memoriale reggiano che ricorda esplicitamente: " eo anno fuit facta moneta Bononie1».

Il " denarium bononiense „ compare la prima volta nelle carte il 28 luglio 1191, in una cessione enfiteutica, fatta dal monastero di Santa Maria di Reno e di S. Salvatore ad un Attone di Verardo ed a Manno di terreno, a rogito di Tetacapra di Federico notaio2. L’importante documento3 ci mostra anche che correvano allora in Bologna nelle contrattazioni i denari veronesi, oltre le lire imperiali. Siam certi, da altre fonti, che oltre quelle servivano le monete di Lucca, e, se crediamo al cronista Tolomeo

  1. Nel Rerum it. scriptores, Vol. VIII. MCXCI.
  2. Arch. cit. Demaniale. Busta - 25/2472 n. 21 S. Salvatore. — Avvertiamo fin d’ora che tutti i documenti che richiameremo s’intendono tratti dall’Archivio di Stato di Bologna, quando non vi sia diversa indicazione. Fino al 1512 appartengono alla Sezione Comunale: dopo quell’anno alla Pontificia.
  3. Pubblicato dal prof. G. B. Salvioni, La moneta bolognese e la traduzione italiana del Savigny (Atti e Mem. della R. Deputaz. di Storia Patria per la Romagna, III Serie, Vol. XII) da cui scegliamo le notizie relative ai valori delle prime monete bolognesi.