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la zecca di bologna 439




CAPITOLO I.


Il diploma di Enrico VI, 11 febbraio 1191, che concede ai bolognesi di batter moneta — Il denaro bolognese — Prime locazioni della zecca alle società dei mercanti e dei cambiatori — Patti tra Bologna ed altre città pel corso delle monete — Varii sistemi della moneta bolognese prima dei Pepoli — Taddeo Pepoli e la moneta pepolese — Giovanni e Giacomo Pepoli — Bologna sotto il governo visconteo e della Chiesa — Prima battitura del bolognino d'oro nel 1379 — Il luogo della zecca.


È noto che, parlando dell’origine della zecca di Bologna, alcuni storici la fanno risalire molto più addietro della data certa e ormai riconosciuta come la sola attendibile, e ricordano monete bolognesi, etrusche, romane, longobarde e carolingie e alcuni arrivano a stabilirne senz’altro le impronte. La critica moderna ha demolito, sull’esempio del Muratori, ad una ad una quelle facili asserzioni ed ha dimostrato che l’origine della zecca di Bologna, una delle più antiche d’Italia e delle più gloriose, rimonta al 11911. Enrico VI imperatore, acquetate le lotte intestine di Germania, venne in Italia per esservi incoronato dal pontefice. A Bologna, accolto magnificamente et honoratamente dal popolo e dai magistrati, donava al vescovo il titolo di principe e alla città il ben noto privilegio, con diploma ii febbraio 1191, di batter moneta2. L’imperatore vi aveva però apposta una

  1. Muratori, Antichità italiane II. 260 ediz. milanese MDCCCXXXVI. Egli (e sul suo esempio gli storici bolognesi) confutò il preteso diploma di Desiderio su cui si appoggiavano le asserzioni antiche sull’esistenza di moneta bolognese longobarda.
  2. V. doc. I in appendice. Fu già pubblicato dal Muratori, dall’Argelati e da altri. Lo riportiamo dal Savioli, Annali bolognesi II. 167, doc. CCXCVIII, dopo averlo collazionato sulla lezione della copia del sec. XIII, nel Registro Nuovo, c. 14. v. presso il R. Archivio di Stato di Bologna — Sezione Comunale.