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nuovo contributo alla numismatica padovana 373

Per deliberazione presa dal Consiglio dei dieci nel 31 marzo 1503, sotto il doge Leonardo Loredan (1501-1521), si ordina la coniazione di oboli ad solitam stampam per la somma di 100 ducati, nell’intento di favorire la città di Padova1. Il Lazari opina che tali oboli siano dello stesso tipo di quelli coniati da Agostino Barbarigo, colla croce da un lato e col leone dall’altro2 ed io, nulla trovando a dire in proposito, m’associo pienamente a lui.

Adunque soltanto per l’iscrizione circolare del dritto il bagattino di Leonardo Loredan varia da quello già descritto di Agostino Barbarigo, avendo: LEO · LAVREDAN · DVX · Fra le zampe anteriori e posteriori del leone vi sono le sigle A. M, che corrispondono alle iniziali di Alvise Miani, massaro all’argento nel 1503 e non a quelle di Alvise Molin, podestà di Padova, siccome ritenne erroneamente il Lazari. Con questa moneta, che sarebbe stata l’ultima battuta espressamente per Padova, do termine a questa breve trattazione sulle monete venete per la nostra città.

Dal doge Leonardo Loredan in poi, si deve credere che le monete speciali per le varie città siano state definitivamente abolite e sostituite dalle vere e proprie monete Veneziane, sia per porre fine alla confusione causata dall’uso nelle varie provincie delle diverse lire, sia per porre un freno maggiore alle numerose falsificazioni, che delle monete eransi fatte.

Dal documento infatti, in data 12 ottobre 15193, riportante un decreto del consiglio dei dieci, si arguisce che venne determinata la soppressione dei bagattini di vario tipo, che circolavano nelle varie città di terraferma, come Padova e Treviso, e in quelle

  1. Documento VIII.
  2. V. Lazari, Op. cit., pag. 137.
  3. Documento IX.