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monete, che dovevano prendere il posto delle precedenti1.

La storia delle monete veneziane per Padova, dal doge Cristoforo Moro ad Agostino Barbarigo, presenta una nuova deplorevole lacuna, alla quale non mi è possibile riparare.

Essendo doge Agostino Barbarigo (1486-1501), venne presa dal consiglio dei dieci una determinazione, nel 20 dicembre 1486, colla quale, constatata la scarsezza di oboli sia in Venezia, che in Padova, se ne ordinava una nuova coniazione per la somma di 400 ducati, dei quali una metà dovea sopperire ai bisogni di Venezia ed una metà a quelli di Padova2. Dovevano però le dette città rimandare all’ufficio della zecca un numero di monete d’argento, corrispondente al valore delle monete piccole ricevute.

Nel citato documento non si fa parola del tipo della moneta di cui volevasi la riconiazione. Esaminate, nell’opera del Padovan3 le monete battute da Agostino Barbarigo, ho trovato un bagattino colla testa di S. Marco ed una croce, ed un mezzo bagattino colle iniziali A · B · D . V, simile a quello del Moro.

Con molta probabilità il documento può alludere ad uno di questi due tipi, dovendosi notare fin d’ora, siccome anche sostiene il Papadopoli, che la moneta chiamata dal Padovan mezzo bagattino, altro non è che un vero e proprio bagattino, e che la differenza di grandezza dipende esclusivamente dalla diversa lega, con cui quelle monete furono battute.

Nella impossibilità di giudicare in questo caso categoricamente, mi rivolgo al sereno giudizio degli studiosi, onde ottenere una soluzione confacente e sopra tutto conforme alla verità.


  1. Nicolò Papadopoli, Op. cit., pag. 284-286.
  2. Documento VI.
  3. Vincenzo Padovan, Le Monete dei Veneziani, Venezia, 1881.