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nuovo contributo alla numismatica padovana 369

è dato rinvenire, se pur ve ne furono emanati, speciali decreti riguardanti il sistema monetario della nostra città.

Sotto il doge Cristoforo Moro (1462-1471), per decreto 3 settembre 1463, venne ordinata dal senato la battitura di piccoli copoluti per la somma di 3000 marchi di quattrini di conio veneziano1.

Queste monete chiamate copolute perchè alquanto scodellate2 dovevano sostituire i precedenti bagattini, che si spendevano in Venezia, in Padova, in Treviso ed in altri luoghi affine di abolire le numerose falsificazioni, che di questi ultimi eransi fatte.

I nuovi piccoli sciffati, che contraddistinguono in modo assai evidente le monete piccole di Cristoforo Moro da quelle degli altri dogi, erano di rame mescolato con poco argento. Nel dritto aveano una croce patente, accantonata da quattro bisanti, alle estremità delle braccia altri quattro bisanti e fra le braccia della stessa croce: le lettere C M D V; nel rovescio: un leone accosciato, nimbato, col vangelo fra le zampe anteriori ed all’intorno + · S · M · VENETI · (tav. n. 12).

Anche di questa moneta si fecero in breve numerose falsificazioni.

Per due volte allora si tentò di ottenerne l’abolizione e la sostituzione con monete di puro rame, allo scopo di rendere infruttuose le contraffazioni, ma per due volte le proposte vennero respinte.

Qualche raro esemplare di piccoli grandi3, di puro rame, che ancor oggi ci è dato conservare, testifica che assieme alle proposte, erano stati presentati alla votazione del senato, anche i tipi delle nuove

  1. Documento V.
  2. N. Papadopoli, Op. cit., pag. 285.
  3. Erano chiamati piccoli grandi per distinguerli dai piccoli fino allora in uso, che erano di un diametro minore.