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352 | luigi rizzoli |
Padova, od esclusivamente per questa. A tal uopo mi valsi delle erudite opere del Lazari, del Padovan e dell’On. Senatore Papadopoli, dalle quali trassi e riportai notizie e documenti.
Pur essendo di una mole relativamente piccola, questo studio mi ha condotto, per ottenere il fine desiderato, ad affrontare non lievi difficoltà, che solo coll’aiuto di persona più che mai esperta in tale materia1 ho potuto superare.
Pago adunque di avere in breve fatto comprendere il mio intento, senza perdere tempo e spazio in una lunga ed inutile prefazione, entro subito in argomento.
PARTE PRIMA.
Anzitutto il Verci ci presenta una monetuccia, che egli crede sia uno di quei denari piccoli, dei quali tanti documenti padovani fanno menzione. Ammette che essa sia di Padova repubblica e ne avvalora l’asserzione citando i giudizi del Muratori, del Brunacci e di Monsig. Gradenigo.
Si dovrebbe adunque riportare al tempo che va dal 1256, anno che segna la cacciata degli Eccelini da Padova, al 1318, in cui Giacomo da Carrara è scelto dal popolo a tenere il principato nella stessa città2.
Senonchè la grafia delle lettere (tav. n. 1), che,