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332 | ettore gabrici |
grosso e tutti quegli accessorii nei quali sono impresse le tracce delle sue dissolutezze. Il convenzionalismo si trova specialmente nel primo tipo della Riforma, tanto sulle monete col capo a sin. quanto su quelle col capo a d. Quel ritratto ci dà un tipo non più grossolano, anzi di forme giuste, tutto proporzionato, se ne togli le proporzioni del collo, che sono esagerate in lunghezza e in larghezza sulle monete di tutti gl’imperatori romani; quel ritratto ci dà infine un Nerone abbellito. Avemmo agio di fare, quest’osservazione sull’asse d’oricalco della tav. II n. 10.
Ma noi non vogliam dire di quel convenzionalismo che consiste nell’accrescere o diminuire le proporzioni, nell’abbellire l’originale; noi troviamo nel tipo vero della Riforma qualche cosa che per l’artista e per il romano dell’età di Nerone era il carattere essenziale di tutte le teste di Nerone, un particolare che da solo bastava a dare la somiglianza del suo volto. L’arte monetale in tutte le epoche ha dimostrato di sdrucciolare facilmente in questo convenzionalismo, specie nelle età di decadenza dell’arte.
Gli artisti incisori dei conii, costretti a ripetere sempre lo stesso tipo per anni ed anni, facilmente davano importanza a qualche accessorio, il quale diventava col tempo la caratteristica più spiccata del volto dell’imperatore. Delle due l’una: o Nerone portava di consueto i capelli rivolti in su come appaiono su tutte le monete che hanno il capo a destra, o li portava rivolti in giù come sono disegnati sulle monete col capo a s. Già questa stessa divisione, fondata sulla direzione del capo, vale a provare il convenzionalismo, vale cioè a dimostrare che dati i due tipi fondamentali, essi furon seguiti costantemente, variando solo qualche accessorio. Tutto induce a far credere che il tipo dai capelli in su sia il conven-