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320 | ettore gabrici |
numero di monete. La ragione di tutto questo non la sappiamo trovare né il Kenner si preoccupa di trovarla. Forse avrebbe ragioni in suo favore, se il regno di Nerone fosse trascorso come quello di tanti imperatori, senza quelle enormi spese che noi sappiamo. Ma esso invece trascorse in continue largizioni ad una plebe inoperosa e viziata come il suo capo, e quindi non pare possibile che la produzione delle monete si sia potuta interrompere durante un periodo così lungo.
Ma il sostegno maggiore sul quale si regge l’ipotesi del Kenner è la seguente osservazione: il tipo di Nerone sulle monete d’oro e d’argento con la data è assai giovanile, laddove i tipi più antichi del bronzo non ci danno i tratti di una giovinezza così immatura, e per conseguenza devono essere posteriori ai primi. Fino a quando egli confronta i ritratti di Nerone dei primi aurei con quelli dei più antichi bronzi si è d’accordo con lui, ma non così allorché intende includere nel confronto anche quei ritratti degli aurei coniati dal 57 in poi. L’aspetto più giovanile di Nerone su questi ultimi risulta dalla mancanza della corona d’alloro.
Le monete greche le quali ci han fatto da scorta sicura quando trattavasi di stabilire l’anno della prima apparizione del tipo nuovo di Nerone, anche qui possiamo richiamarle a proposito. Come può il Kenner affermare poi che il tipo della Riforma sia apparso non prima del 65, quando esso lo troviamo già riprodotto nell’anno 63 sulla bellissima moneta di Laodicaea Syriae e su quella di Caesarea Cappadociae? Conviene risalire di qualche anno e collocarlo almeno nel 63, come abbiamo sopra dimostrato.
Tale considerazione rischiara di viva luce la oscura questione che stiamo dibattendo e ci rende arditi a sostenere con più forte ragione la nostra tesi,