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del secolo XII, e ai primi dieci o dodici lustri del XIII, e nessuna oltrepassa quell’epoca.

Un mio amico numismatico, il quale si propone di illustrare la Zecca di Cortemiglia, pubblicherà fra breve un’altra monetina inedita dei Marchesi del Carretto e di epoca forse anteriore alla mia. In quella circostanza egli ritornerà sulla questione, e saprà certo risolverla meglio ch’io non abbia potuto.

Un’ultima osservazione a proposito di questa moneta. Essa, come si disse, è una imitazione servile del soldo di Enrico VI per Milano. Il suo titolo però, evidentemente, appare inferiore a quello della moneta milanese. I Marchesi del Carretto inauguravano con ciò un sistema che fu poi adottato dagli stessi loro successori, e specialmente dai Signori di Saluzzo, d’Incisa, di Ponzone, e da tutti gli altri così detti aleramici. Essi copiavano il tipo delle migliori e più accreditate monete contemporanee, perchè avessero più facilmente corso, e ne alteravano poi spudoratamente la intrinseca bontà. Furono questi enormi abusi che provocarono la famosa Grida di Enrico VII del 1310, colla quale venivano messi al bando, insieme a molte altre monete, imperiales factos in Clivassio, in Yporeya, in Incixa et in Ponzano in Curtemilia, etc.


CREMONA.


12. Soldo (gr. 1.250).

     Tonini P., Della Zecca di Cremona (Periodico di Numis. e Sfragistica, 1868, vol. I, pag. 60, tav. IV, n. 4.



13. Obolo (gr. 0.320 — Tit. 164 — scodellato).

D/ — + FREDERICVS. Nel campo, in un circolo perlato, P * R
I
(Imperator).