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282 | ettore gabrici |
diritto, senza trascurare però gli altri accessorii, come il globetto, i segni del valore, la testa radiata o laureata, che hanno anche la loro importanza. Lo scritto del Kenner, assai pregevole per sottigliezza di vedute, stabilisce le norme principali di una classificazione delle monete di Nerone. La parte iconografica è trattata in uno speciale capitolo, con uno sguardo largo e comprensivo, senza scendere ai particolari. Egli forma tre gruppi delle monete di bronzo, derivanti dalle tre maniere ond’è ritratta l’immagine di Nerone.
Una forma di ritratto, non molto scarsa, è facilmente riconoscibile dal capo esteso in larghezza e per lo più imberbe, coi lineamenti del viso fortemente impressi, che non appartengono in nessun modo all’età giovanile, bensì alla prima virilità, dopo scomparsa la lanuggine. Il rilievo è piatto, quindi anche un po’ meno ricco di effetto; il profilo tuttavia assai vivace. La testa così incisa va di regola accompagnata con la piccola sfera posta all’estremità inferiore del collo. Questo tipo è rappresentato nelle nostre tavole dalle monete n. 16, 17, 18, 19 della tav. 1 e dalle monete n. i, 2, 3, 4 della tav. II.
Un’altra specie di ritratto osservasi su di una serie assai più numerosa. Il capo è foggiato sopra una scala più piccola, è più alto il rilievo, il quale conferisce una finezza maravigliosa alle forme del volto. Il profilo è oltre ogni dire finissimo, l’acconciatura dei capelli manierata e artefatta, non più così naturale come nei primi ritratti. Con un’intenzione palese è stato dato a questo capo un carattere giovanile, potrebbe dirsi apollineo, che qua e là certamente degenera nel manierato, nel molle; l’esecuzione è più accurata che negli antichi ritratti, la sfera ha ceduto il posto all’egida sul petto. I sesterzii n. 6, 7, 8 della tav. II ci offrono questo ritratto.