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24 | ercole gnecchi |
Acqui, Asti, Bergamo, Brescia, Como, Cortemiglia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza, Tortona e Vercelli.
1. Denaro grosso (gr. 1.250).
D/ — + IMPERATOR. Nel campo, in un circolo perlato, F R (Sull’abbreviazione una croce).
R/ — + AQVENSIS. Nel campo, c. s., croce.
Questo grosso, per tutto il resto identico a quello pubblicato da D. Promis, (Monete del Piemonte inedite o rare, Torino, 1852, in-4, pag. 6, tav. I, 1), presenta, come si vede dal disegno, la varietà di una crocetta posta sull’abbreviazione delle lettere F R del diritto.
Non mi accadde mai di vedere questo simbolo sulle numerose abbreviazioni che s’incontrano nei grossi di quest’epoca.
Questa croce, che certo non fu messa a caso, è probabilmente un segno del dominio temporale dei Vescovi sulla città di Acqui, dominio ch’essi avevano ricevuto dagli Ottoni verso il 900, e che ritennero fino al XIII secolo1.
ASTI.
2. Grosso (gr. 1.370).
Promis D., Monete della zecca d’Asti, Torino, 1853, in-4, P- 20, tav. I, i.
- ↑ Vedi Promis D., Monete del Piemonte inedite o rare. Torino, 1852, in-4, pag. 5.