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un ripostiglio miserabile 21

era già un modulo assai ridotto a quest’epoca) e solo era conservata la moneta spicciola, nummus centennionalis.

Che se le monete degli Ostrogoti e dei Vandali furono sempre ritenute quali l’espressione del livello più basso delle condizioni economiche di un paese, il nostro ripostiglio va ancora più in là e segna il punto culminante dell’estrema penuria dei tempi. Non solo, in mancanza di monete autentiche e ufficiali, se ne fabbricavano facilmente delle imitazioni, punzonando alla peggio dei minuscoli frammenti di metallo — la falsificazione non è pur troppo prerogativa dei tempi di miseria — ma si tolleravano nella circolazione anche le antiche monete preesistenti, dopo d’averle ridotte, mediante la spezzatura, al valore della moneta corrente. È certamente il primo e forse l’unico ritorno al sistema del valore del bronzo commisurato al peso, dopo i tempi dell’aes rude.... E le ridotte proporzioni esprimono eloquentemente le mutate condizioni sociali!

In seguito a tali considerazioni non è difficile assegnare molto approssimativamente l’epoca del sepellimento al nostro ripostiglio.

Come più sopra s’è visto, l’ultimo nome riconoscibile fra quelli delle vecchie monete è quello di Marciano e quindi il ripostiglio non potrebbe in nessun modo essere anteriore alla prima metà del V secolo. Considerando però come queste vecchie monete siano in uno stato che dimostrano chiaramente d’aver avuto lunghissimo corso, e, più ancora osservando le dimensioni e il tipo delle monete imitanti quelle dei Goti, il nostro ripostiglio dovrebbe riferirsi alla prima metà del VI secolo, epoca nella quale sono estremamente rari i ripostigli di monete di bronzo.

E come poteva essere altrimenti, quando si vede che una riunione di piccoli frammenti come quelli