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230 | carlo kunz |
d’altre consimili di Germania, ed il tallero incontrasi quasi sempre sdruscito.
Questo gabinetto possiede il tallero.
Masegra (?)
Che dire di certi pezzettini di rame, che non vi mancano, i quali da un lato portano la scritta: di beccaria, e dall’altro: i quatrino, ovvero 1/2 quatr? Sulla fede dell’Appell, che disse possessore del Castello di Masegra e d’altri luoghi presso Sondrio un Antonio Beccaria, il quale assalito dai Veneziani nell’anno 1447, seppe sostenersi fintantoché vennegli aiuto dalle armi del duca di Milano, e pei bisogni del momento fece battere queste sedicenti monete, un ricercatore di cose peregrine accolse Masegra senz’altro esame nel novero delle zecche italiane del secolo XV. Ma chi osserva senza prevenzione quei pezzi facilmente si persuade che non in quel secolo, ma tutt’al più verso la fine del decimottavo, se non nei primi anni del presente, furono lavorati, e l’essere dessi battuti fuori della legge delle monete del tempo, scorretti nella parola quattrino e nemmeno proporzionati fra loro, perchè il secondo pesa più del primo, dissuade dal tenerli effettive e pubbliche monete. Per quale uso siano stati fatti noi so, ma certamente per uno molto privato, per contrassegni di qualche fabbrica, o pedaggio, o tassa locale, se pure la parola beccaria non sia da prendersi alla lettera come la voce bovi della presunta moneta di Degagna dello stesso scopritore. Lasciando ad altri la soluzione di sì poco interessante indovinello, credo si possano per intanto senza rimorso riporre quei pezzi in compagnia delle tessere, dei bottoni e delle marche da giuoco di Norimberga.
Carlo Kunz.