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il museo bottacin 223

sere battuto nel secolo XIII innoltrato, ed è forse l’ultima moneta di questa città che ricorda il Barbarossa; un denaro di Azone Visconti, ed un soldo coll’arme inquartata, di Francesco I Sforza, che amo credere lavorato, non meno d’altre sue monete, in questa zecca anzichè nella milanese, per certa maniera particolare d’intaglio e per la forma di alcune lettere che non mi offre analogie nelle monete di Milano.


Brescia.


Non è grande il numero delle monete di questa generosa città che figurano nell’ottimo trattato del Doneda, completato dalle note, dai documenti e dai disegni del diligente ed arguto Zanetti, ed il poco che potè aggiungervi dopo ottanta anni il preclaro autore delle Storie Bresciane consta di varietà o suddivisioni delle monete pria recate, battute in omaggio del primo Federico od in nome del solo Comune, ed in un singolare pezzo di Pandolfo Malatesta, ch’è forse il boldino non rinvenuto dal numismatico bolognese, sul quale, ostinato come sono, persisto a vedere una testa d’Ercole, perchè tale n’è il carattere e così vedo rappresentato quell’eroe sovra alcune medaglie greche, non esclusa quella apparenza di veste intorno al collo.

Trannechè del Malatesta, di nessun altro dei signori che vi ebbero dominio hannosi monete, e quanto a quelle che vi avrebbe fatte battere lo spagnuolo Icardo, assediato entro la città dai Veneziani nell’anno 1515, convien restarne molto dubbiosi.

Niuna moneta bresciana essendo intieramente ovvia, possono annoverarsi tutte le possedute, che sono: un denaropiccolo col nome dell’imperatore Federico; il grosso dai due santi che lo Zanetti ascrisse alla vacanza dell’impero dopo la morte di Federico II; il mezzano del Comune colla testa di Santo Apollonio, ed un quattrino malatestiano.


Como.


Molti eruditi scrittori trattarono della moneta di Como ed almeno dodici constami ch’abbiano riportato anche dise-