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delle zecche di quella regione porrebbe il colmo alla sua benemerenza ed alla nostra gratitudine.

Le monete di quest’ordine finora collocate nel medagliere Bottacin, ad eccezione di poche dell’ispano re Carlo II, spettano ai regnanti di Savoia e furono battute per la massima parte in Torino, pei bisogni dell’isola. Primeggia una doppietta di Carlo Emmanuele III; un reale di Carlo Emmanuele IV, ed un pezzo da tre cagliaresi di Vittorio Emmanuele I, notevoli questi due per certo originale arcaismo particolare alla zecca di Cagliari, riattivata dopo quasi secolare riposo per ordine del re Vittorio Amedeo III, come insegna il più volte lodato commendatore Promis.


Murato e Corte.


Sebbene l’isola di Corsica segua ora altro destino politico da quello dell’Italia, il tenore della sua storia passata, dei suoi costumi, della sua lingua, non permettono di staccare gli scarsi suoi monumenti monetali da quelli delle altre zecche della penisola.

Fanno tuttora deficienza le povere monete lavorate in Sartena dall’effimero re Teodoro, ma non mancano parecchie di quelle che il condottiero Paoli fece battere in Murato ed in Corte, ed è di qualche rarità un pezzo d’argento da venti soldi, che all’anno 1766 che porta impresso, mostra essere uscito dal secondo di quei luoghi.




LA LOMBARDIA


Milano.


La splendida metropoli dell’Insubria, famosa per tanti gloriosissimi fatti antichi e moderni, che fu patria di elettissima falange d’uomini illlustri in ogni maniera di umane discipline, che nelle proprie monete offre uno specchio quasi